REFERENDIAMOCI: la scelta del SI – la voglia del NO

Ultimo atto di un carosello di clown che non hanno idee proprie.

Eccomi finalmente all’atto finale di un articolo Referendario lungo complesso e

travagliato. È stato un lavoro non del tutto facile ma lo reputavo necessario per capire cosa sia giusto e cosa la nostra “Mitica” classe dirigente ci sta propinando. Un testo che ha diviso e continuerà a farlo qualsiasi ne sia il risultato.

Tralascio volutamente la prima parte della Costituzione soggetta a modifica, non perché meno importante -anzi i doveri e i diritti di noi cittadini sono la base per una fiorente e buona democrazia-, ma perché il testo del 1948 rimarrà sostanzialmente invariato; le uniche modifiche all’Art. 48 riguarderanno il cambio tra “Le Camere” con “La Camera dei Deputati”, dato che ad essere eletta sarà solo una delle due, o meglio saranno entrambe elette ma il “Nuovo Senato” sarà elezione indiretta, cioè, in parole semplici, noi eleggeremo i membri dei consigli regionali e tra di essi -in una votazione interna al consiglio- verranno nominati i nomi che rappresenteranno il territorio/regione al Senato della Repubblica.

Partiamo dunque dalla seconda parte della Costituzione, quella che riguarda gli ordinamenti della Repubblica, in quanto sta proprio lì il perno su cui giocano la maggior parte delle modifiche proposte dalla coppia Renzi-Boschi.

IL PARLAMENTO. Ad oggi il nostro parlamento conta circa un migliaio di pseudo rappresentanti, meglio conosciuti come “la casta”. Seicento-trenta sono deputati e circa trecento-venti sono senatori, tutti saldamente arroccati alle poltrone quasi avessero il sedere fuso al sedile su cui poggia. Pochissimi di essi possono definirsi politici per dovere civico, ma la maggior sono soltanto arraffatori impuniti di soldi dei propri cittadini.

La riforma costituzionale, che voteremo il prossimo 4 dicembre, ne modificherà l’assetto e le competenze giuridico/legislative; dividerà i compiti tra le due camere per rendere snello e fruibile e libero da empasse, lunghe e tediose, il lavoro, troppo faticoso, dei nostri ridicolizzati rappresentanti. Nell’attuale ordinamento, i lavori delle camere si rimbalzano da una camera all’altra rendendo lungo l’iter legislativo; in termini poveri, entrambe le camere, attualmente, svolgono il medesimo compito.

Questi eccezionali uomini hanno dato tutto per occuparsi dello Stato Italia che, negli ultimi vent’anni, hanno affossato con continue defezioni di propositi. Dal 5 dicembre ciò potrebbe cambiare e l’uomo politico tornare ad avere competenze più proficue per il bene dello stato.

In sostanza, la Camera dei Deputati sarà quella che si occuperà della maggioranza delle leggi (legge di bilancio, istruzione, sanità principalmente dando un indirizzo nazionale che poi verrà ripreso dagli enti locali), anche se il senato avrà facoltà -entro dieci giorni dall’approvazione- di poter chiedere qualche rettifica. Il senato avrà preponderanza, invece, nei rapporti con l’Europa e nel raccordo tra stato e enti locali, e voterà tutte quelle leggi per le quali ne è previsto il voto in comune con la camera.

Il “Nuovo Senato” è la grande novità. I membri scenderanno a cento, dei quali cinque di prerogativa del presidente della Repubblica e novanta-cinque di nomina degli enti locali. I nominati presidenziali non saranno dei mangiatori compulsivi a vita ma rimarranno in carica per la durata del Presidente della Repubblica e non potranno più essere nominati al medesimo incarico.

I restanti novanta-cinque saranno l’espressione degli enti locali (regioni, città metropolitane, province autonome, comuni) e saranno nominati tra i membri eletti nei vari consigli regionali; questo fa sì che anche i Senatori “Nominati” siano indirettamente eletti dagli stessi cittadini.

Questi novanta-cinque senatori dureranno in carica per la durata quinquennale del loro mandato in regione, ciò significa che, anno dopo anno, si verificherebbe un avvicendamento e l’eventuale cambio di bandiera politica tra “Senato e camera”; proprio questa dicotomia di colori stabilizza il ruolo di controllo sull’operato del governo facilitandone anche il lavoro.

Il senato sembra debba dare più voce agli enti locali e di conseguenza ai cittadini stessi oltre che a portare un grosso risparmio nelle casse dello stato (sperando che questo congruo premio non venga distribuito tra i rimanenti principi del bla bla bla), soprattutto considerato che, questi senatori, saranno indennizzati secondo i criteri regionali che, secondo lo stesso testo referendario, saranno equiparati alle indennità percepite dai sindaci dei capoluoghi di regione. Questi immolati uomini di stato -che ormai nessuno lo è più- saranno dei semplici consiglieri regionali che saranno chiamati anche a un ruolo di ragguaglio tra il basso e l’alto della scala, tra i comuni e lo stato.

Sembra un buon punto di partenza e un grosso cambiamento. Nel palazzo del nuovo senato sembra debba giungere aria fresca a sostituire il puzzo stagnante e putrefatto di tante carcasse che ancora lì giacciono.

Le premesse ci sono, adesso basta attendere e vederne i risultati.

IL PARLAMENTO, la legislazione: in materia legislativa, la maggior parte delle leggi saranno legiferate dalla camera dei deputati, il ché rende l’iter decisamente più snello; ma questo non significa che il senato, nel qual caso lo ritenesse opportuno, non debba intervenire. Tutt’altro, nel caso ci fossero delle perplessità, il nuovo senato può chiederne la verifica entro i dieci giorni successivi l’approvazione e, qualora una legge venisse promulgata ma persistessero dei dubbi, potrebbe essere sottoposta alla “Corte Costituzionale” su volontà di almeno 1/3 dei senatori o ¼ dei deputati. Anche in questo caso ciò sembra che il potere, che in molti vogliono far apparire illimitato, del governo venga a porsi con un limite.

Sull’aspetto legislativo ho preferito una breve sintesi dei contenuti essenziali, ma non è detto che successivamente non entri nel merito e ne parli articolo per articolo.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: per quanto riguarda il presidente della Repubblica è stato tutto molto semplice; quasi non sono presenti modifiche degne di nota. Ciò che modifica gli articoli 83 – 85 – 87 sta nei termini concernenti l’elezione del capo dello stato.

Alla elezione del nuovo presidente non parteciperanno più i delegati delle regioni in quanto già facenti parte del senato. Le elezioni avvengono, come da prassi, in seduta comune e viene eletto chi ottiene i 2/3 dei voti, per poi passare, in mancanza di elezione immediata, alla votazione che deve dare i 3/5 favorevoli per poi giungere, all’ennesima votazione nulla, ad avere i 3/5 di favorevoli tra i votanti. Compito, quasi unico, è quello di rappresentanza e di ratifica dei testi europei, previa approvazione della camera.

 

                                                                                                             Piero Sardo Viscuglia

Informazioni su wp_4591263

Piero Sardo Viscuglia nasce ad Agrigento nel 1985. Si avvicina presto alla scrittura poetica; con la poesia ottiene i suoi primi successi. Si diploma in Socio-Psico-Pedagogia nel 2004 e l'anno successivo viene nominato Assessore presso il Comune di Racalmuto. Si trasferisce ventenne a Vercelli dove insegna nella scuola primaria fino al suo trasferimento a Roma dove vive ormai da anni. Nel 2007 esce "Non solo Parole" per la Nicola Calabria Editore. Ad esso segue il suo primo romanzo "Gli occhi del Gatto" edito nel 2009 da La Riflessione di Cagliari. Nel 2012, per il Centro Studi Tindari, esce la sua prima raccolta poetica "Crescere, 20 anni". Nel settembre 2015 il primo E-Book "Unico Testimone" edito per la Dreams Entertainment in esclusiva per Amazon. "Unico Testimone" esce adesso per "IlMioLibro" nella sua versione cartacea aggiornata
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